Visti da vicino teca 3

Visti da vicino

Teca 03

Scarpe Popolana

Quando si progetta una nuova figura per il Carosello Storico è importante curare ogni singolo dettaglio.
Un lavoro che viene svolto con la stessa attenzione meticolosa per le figure che catalizzano maggiormente l’attenzione, come il Capitano, la Castellana, le Dame, etc., sino a quelle figure che, erroneamente, vengono definite minori, come ad esempio i popolani.

Infatti, la nobiltà deve sempre rispondere a precise e ferree regole stilistiche, cromatiche, simboliche come definite dalle leggi suntuarie dell’epoca, ovvero quei dispositivi legislativi che hanno lo scopo di limitare il consumo legato all’ostentazione del lusso, in particolare la moda, oppure di regolare l’abbigliamento di determinati gruppi sociali obbligandoli a indossare segni distintivi. Per contro, quando si lavora su una figura come un contadino, un artigiano, un mercante così come quelle figure che avrebbero costituito il ceto emergente del secolo successivo, c’è una quasi maggiore libertà.

Sono proprio queste figure “minori”, la gente comune, che richiedono maggiore cura nei dettagli perché non sono conformate stilisticamente. Il dettaglio permette di caratterizzarle nella loro unicità.

E tra tutti gli elementi, le calzature sono fondamentali.
Ma come si fa a ricostruire una calzatura?

Oltre alla ricerca iconografica tradizionale, ovvero il confronto di statue, bassorilievi, miniature, affreschi, si devono cercare anche esempi reali provenienti da scavi archeologici, sepolture o – udite, udite – anche dalle discariche dell’epoca.
Queste testimonianze prendono il nome di “cultura materiale”: oggetti reali che parlano del momento storico.

Una volta individuato l’esempio di riferimento, si procede con la creazione delle forme, realizzate in legno o cartone e, da ultimo, la scelta dei pellami. Il tutto tassativamente realizzato a mano.
Le calzature nel Palio di Legnano sono anch’esse delle fedeli riproposizioni di elementi dell’XI-XII sec. Alcune di esse vengono addirittura considerate come esempi di ricostruzioni meglio riuscite nel panorama italiano tant’è che, spesso, molti musei le hanno chieste in prestito per mostre.

Contrada Legnarello

Elmo

Ci sono delle attività nella Sala Costumi di ogni Contrada che sembrano essere quasi senza fine.
Una di queste è, senza alcuna ombra di dubbio, la definizione degli armati, ovvero di quelle figure che sono strettamente legate alla professione della guerra.

Si tratta di un lavoro minuzioso sia per la ricerca, strettamente legata alle aree geografiche, allo specifico ruolo militare, alla datazione stringente che richiede, nonché anche un impegno costante nella sua conservazione.

Questo lavoro si applica ad elementi di grandi dimensioni come la maglia di ferro, detta anche usbergo, così come a tutti quelle parti indispensabili per completare la figura dell’uomo d’armi.

Questo progetto è nato con l’intento di completare le figure dei cavalieri in armi a scorta del Gonfalone, ovvero del vessillo della Contrada.

L’elmo è un elemento identificativo, per tantissimi aspetti, che influisce in maniera decisiva alla definizione del personaggio.
Assieme alla spada e alla lancia è forse l’elemento più “medievale” in assoluto nell’immaginario collettivo.

Ma scegliere l’elmo corretto nel Palio di Legnano non è così semplice come si può pensare.
Il più grande scoglio da superare è il non cadere nella teatralità cinematografica.
Anche se le nostre origini ottocentesche muovo proprio dal mondo del teatro, oggi la fantasia scenica rischia spesso di sviare la ricerca. Ancora di più in un ambito così complesso come quello delle armi e delle armature.

Fortunatamente gli anni di ricerche iconografiche ci hanno permesso di saper distinguere e scindere il “mito” dalla “realtà”.
Sfogliando – digitalmente – pagine e pagine di codici miniati, ecco che abbiamo trovato una fonte per noi perfetta: un codice miniato realizzato tra il 1180-1200, oggi conservato nella Biblioteca dell’Università di Heidelberg, dove abbiamo trovato centinaia di uomini in arme pronti per tornare a vivere nella sfilata della nostra Contrada.

Contrada San Martino

Fonte Iconografica


Il sogno dell’imperatore Carlo [Rolandslied]
c. 1180-1200, inchiostro su pergamena
Universitätsbibliothek, Heidelberg
Cod. Pal. Germ. 112, f. 41v

Teca 01

Teca 02

Teca 03

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Teca 06

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Abito 01

Abito 02

Abito 03

Abito 04

Mostra a cura di:

Mostra promossa da:

Con la collaborazione scientifica di:

Coordinamento scientifico:
Alessio Francesco Palmieri-Marinoni

Testi di:
Orietta Ciccarelli, Rosanna Garavaglia, Paola Marabelli, Carla Marinoni Brusatori, Lucia Miazzo, Alessio Francesco Palmieri-Marinoni, Elena Settimini

Responsabile allestimento:
Arch. Anna Croci Candiani

Visite guidate:
Speaker e Guide del Palio di Legnano

COMMISSIONE PERMANENTE DEI COSTUMI DEL PALIO DI LEGNANO

Coordinatore scientifico Alessio Francesco Palmieri-Marinoni
Segretaria e Referente Settore Archivi Carla Marinoni Brusatori
Segretaria verbalizzante e organizzativa Greta Della Foglia

Settore Tessili Paola Marabelli
Settore Modellistica e Sartoria Storica Orietta Ciccarelli
Settore Ricamo Gian Luca Bovenzi
Settore Metalli e Conservazione Lucia Miazzo
Settore Museologia, Patrimonio e Politiche Culturali Elena Settimini
Settore Museografia Anna Croci Candiani
Settore Musicologia Rosanna Garavaglia
Settore Ricerche Iconografiche e Storico-artistiche Orietta Pinessi

RAPPRESENTANTI IN COMMISSIONE COSTUMI (2023)

Fabiana Monticelli, Sabrina Trabattoni – Contrada La Flora
Patrizia Di Rocco, Serena Colombo – Contrada Legnarello
Serenella Viespoli, Matteo Spadari – Contrada San Bernardino
Marina Camilletti, Maria Angela Fossati – Contrada San Domenico
Antonella Ruggiero, Elena Maria Zappa – Contrada San Magno
Stefania Gatti, Adele Tunesi – Contrada San Martino
Martina Rotondi, Rosanna Garavaglia – Contrada Sant’Ambrogio
Nicoletta Tognoni, Barbara Bragato – Contrada Sant’Erasmo